lunedì 2 ottobre 2017

Alda Merini

“Amai teneramente dei dolcissimi amanti/senza che essi sapessero mai nulla./E su questi intessei tele di ragno/e fui preda della mia stessa materia./In me l’anima c'era della meretrice/della santa della sanguinaria e dell'ipocrita./Molti diedero al mio modo di vivere un nome/e fui soltanto una isterica.” In uno dei Venti ritratti, Alda Merini mette anche se stessa. Per l'inizio e la fine del testo sceglie i due poli entro cui scorre la sua vita: per sé l'amore, per gli altri la pazzia.
Consigli di lettura:
Alda Merini, Vuoto d'amore, Einaudi, 2015
Alda Merini, La pazza della porta accanto, Bompiani, 2002

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